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Decreto Rilancio ed accordo migranti

Decreto Rilancio ed accordo migranti

Una lunga trattativa tecnica divisa in tre fasi sul tavolo del consiglio dei ministri per discutere del Decreto Rilancio, un insieme di modifiche ed atti, volti a riequilibrare la situazione attualmente in bilico, che ha indubbiamente risentito del particolare periodo storico.

Nella bozza finale, il provvedimento conta ben 258 articoli scritti in oltre 430 pagine, in cui vengono affrontati e discussi vari temi, sui quali si è cercato di trovare un accordo che possa in qualche modo tenere conto delle esigenze di tutti.

Parte della discussione si è incentrata sui temi della regolarizzazione dei migranti e dell’emersione del lavoro in nero, anche casalingo, che hanno aperto un aspro e lungo dibattito tra i diversi partiti prima di giungere all’approvazione di un accordo tecnico, che verrà a breve visionato dal Presidente Giuseppe Conte, il quale si esprimerà dal punto di vista politico.

Il Ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, ha tenuto il pugno sulla regolarizzazione dei migranti, rifacendosi all’accordo a cui si era arrivati la scorsa domenica per rispondere alle esigenze di sicurezza sanitaria e alla richiesta di produzione nazionale. Ovviamente si è intenzionati ad includere anche il lavoro domestico, oltre che i braccianti agricoli o i raccoglitori di frutta e verdura.

Per quanto riguarda i migranti e la loro regolarizzazione vi sono due possibili forme:

  • la concessione di un permesso di soggiorno temporaneo (probabilmente della durata di quattro mesi) per i lavoratori stranieri stagionali o che hanno perso il lavoro, i quali erano presenti in Italia alla data dell’8 marzo 2020 con permesso scaduto dopo il 31 ottobre 2019;
  • la concessione di un contratto di lavoro, anche a tempo indeterminato, con annesso permesso di soggiorno temporaneo che potrà essere trasformato, dopo i 4 mesi, in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, con l’obbligo per il datore di versare allo Stato un contributo di €400.

In conclusione, parlando di numeri, si tratta dunque di regolarizzare circa 300/400 mila migranti totali, ossia una cifra imponente.

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