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Integrazione delle Comunità RSC. Tavoli di lavoro anche a Messina e a Catania

Integrazione delle Comunità RSC. Tavoli di lavoro anche a Messina e a Catania

Dopo Napoli e Bari, anche in Sicilia si avvia la costituzione dei tavoli di lavoro per l’attuazione dei Piani di Azione Locale (PAL), finalizzati a favorire l’integrazione delle Comunità Rom, Sinti e Camminanti (RCS).

Nei giorni scorsi, le amministrazioni comunali di Messina e Catania hanno incontrato lo staff di progetto dell’Azione “Interventi pilota per la creazione di tavoli e network di stakeholder coinvolti a diverso titolo con le comunità RSC, Rom Sinti e Camminanti, al fine di favorire la partecipazione dei Rom alla vita sociale, politica economica e civica”, promossa dall’ UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento Pari Opportunità, in qualità di beneficiario delle azioni di sistema previste dal PON Inclusione 2014-2020.

Il progetto coinvolge otto Città metropolitane – Bari, Catania, Cagliari, Genova, Messina, Milano, Napoli, Roma – chiamate a redigere nei prossimi 12 mesi otto distinti Piano di Azione Locali, che comprendono specifici modelli di gestione finalizzati alla partecipazione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti alla vita sociale, politica economica e civica.

Nel corso dell’incontro sono stati presentati i risultati della mappatura relativa alle caratteristiche dei gruppi Rom presenti sul territorio e all’analisi dei fabbisogni e delle criticità emerse nella prima fase di progetto. A Messina vivono circa 90 persone Rom, provenienti dai Paesi dell’ex Jugoslavia, giunti a Messina fin dagli anni ’80. Si tratta di una piccolissima minoranza che vive in condizioni di povertà ed emarginazione sociale. Circa 60 persone – di nazionalità montenegrina, rumena, kosovara e italiana – abita nelle case popolari del Villaggio Matteotti all’Annunziata; altre 10 in case popolari nel quartiere Tremonti. Più variegata la situazione a Catania dove si stimano circa 260 persone Rom, per lo più Rom rumeni, originali di Calarasi, Tirgoviste e Botosan, e una piccola percentuale (circa 40 persone) origine serba. La quasi totalità dei Rom presenti sul territorio non è in possesso di residenza anagrafica e vive in uno degli insediamenti informali della città: nel campo San Giuseppe la Rena, nel campo Turati, nell’insediamento di via Crocifisso, nell’insediamento del ponte Città Mercato.

Dopo aver condiviso e analizzato questo quadro d’insieme, si procederà alla condivisione della metodologia di lavoro dei tavoli e, soprattutto, alla definizione della loro composizione che dovrà comprendere le comunità, le associazioni e i gruppi informali di Rom, Sinti e Camminanti, ma anche le imprese sociali, le associazioni di volontariato, le forze ordine, il mondo della scuola, del lavoro e delle istituzioni. I tavoli locali, così composti, condivideranno poi un percorso di lavoro con l’obiettivo di redigere il Piano di Azione Locale.

L’Azione “Interventi pilota per la creazione di tavoli e network di stakeholder coinvolti a diverso titolo con le comunità RSC, Rom Sinti e Camminanti, al fine di favorire la partecipazione dei Rom alla vita sociale, politica economica e civica” è implementata dall’Associazione temporanea di imprese composta da NOVA Onlus, Consorzio Nazionale per l’Innovazione Sociale (capofila) e i partner Fondazione Casa della Carità Angelo Abriani, Associazione 21 Luglio, Fondazione Romanì Italia, con la supervisione del Dipartimento Pari Opportunità-UNAR.