NOVA | Consorzio nazionale per l'innovazione sociale

NovaLab 2021

Due giorni per costruire

saperi comuni

Più di quaranta  persone hanno animato con la propria testimonianza le due intense giornate di NovaLab. Nove i gruppi aderenti a NOVA che hanno partecipato (Camera a Sud, Agorà Genova, Agorà Kroton, Utopia, Lotta contro l’emarginazione, Parsec, Oasi2, Al Azis, Adan), da differenti regioni italiane. Lo stesso staff centrale del consorzio ha partecipato dando un proprio contributo diretto, sia a livello organizzativo che di riflessione.

Forse non è usuale sottolinearlo all’inizio, però la prima preoccupazione che dovremmo evitare di avere è quella di scrivere un articolo retorico che vada direttamente a rappresentare le parti più scontate dell’esperienza vissuta durante la due giorni. Infatti, la possibilità di raccontare quello che abbiamo davvero vissuto è stata direttamente proporzionale alla capacità di tenere insieme tante cose diverse. Non è stato un caso che si sia parlato di questioni politico-strategiche e allo stesso tempo di metodi e approcci al lavoro sociale, senza tralasciare le preziose chiacchierate informali con ospiti, colleghi dei vari gruppi o amici delle due strutture di Oasi2 che ci hanno accolto.

Al di là del piacere di scoprirsi, di ri-trovare nuove persone, sono stati i luoghi in cui si è svolto il percorso laboratoriale di due giorni che hanno ben declinato la complessità con cui ognuno di noi come operatore sociale, esperto, ricercatore impatta giorno dopo giorno. Ironia della sorte, mentre i primi sette incontri hanno privilegiato un confronto sui piani concettuale, intellettuale e politico-culturale, l’ultimo incontro in presenza ci ha obbligato a seminare e a elaborare ipotesi di lavoro e visioni in tempo reale, restituendo il giusto peso e il giusto valore alla componente relazionale e conoscitiva.  É stato importante muoversi all’interno di spazi “geo-relazionali” e fisici diversi. É stato fondamentale vivere sia un contesto quasi-rurale che un contesto post-urbano. Soprattutto è stato appagante vivere il continuo meticciato alimentato da sorrisi, interventi rigorosi, conversazioni sulle difficoltà che comporta il nostro lavoro, esplorare con discrezione e curiosità i racconti che ognuno di noi ha portato con sé.

Quello che probabilmente è emerso in tutta la sua crudezza nelle ore passate insieme è stato che si deve andare oltre la formazione strutturata. Gli stessi laboratori assumono un significato diverso rispetto al passato perché non rappresentano più tentativi di simulare o emulare una realtà o un pensiero che poi andrà sviluppato in un altrove identificabile con i propri, specifici contesti di riferimento.  Oggi più che mai è necessario cominciare a costruire un vocabolario comune, conoscenze che siano riconoscibili e che rappresentino trame e orientamenti che ogni gruppo può fare propri e che può considerare, allo stesso tempo, come il codice comune in una relazione articolata con un consorzio come Nova. Consorzio che intende configurarsi sempre meno come contenitore e sempre più come spazio di condivisione e attivatore di processi generativi.

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